MALATTIA DI KIEMBOCK

OSSO SEMILUNARE E SINDROME

La malattia di Kienböck, o sindrome del semilunare, è una condizione di sofferenza vascolare di una delle piccole ossa del polso, il semilunare, al quale non arriva sufficiente ossigenazione dal sangue.

L’osso semilunare è una delle otto piccole ossa che compongono le ossa del carpo del polso. Il carpo del polso presenta due file di ossa: una più vicina all’avambraccio, detta “fila prossimale”, ed una più vicina alle dita, detta “fila distale”. L’osso semilunare è posto al centro della fila prossimale, posto vicino all’osso scafoide, che attraversa.

Nella sindrome del semilunare si ha dolore, rigidità del polso con perdita di molte funzioni (prensile, tattile, eccetera) e l’evoluzione verso l’artrite, se non ben curata, è possibile.

L’osso semilunare è un osso spugnoso, dunque necessita di nutrimento sanguigno regolare; una qualsiasi riduzione dell’apporto sanguigno può portare una sofferenza ossea su base vascolare che può evolvere verso la osteonecrosi.

CAUSE

Le cause che possono portare alla sofferenza vascolare che determina la malattia di Kienböck non sono note: spesso è possibile identificare un trauma distorsivo/contusivoalla base della sofferenza vascolare ossea (la patologia è comune per tutti gli sport in cui l’uso della mano è condizione usurante, si pensi al baseball, al cricket, al tennis, alla pallacanestro, eccetera), tuttavia non si escludono predisposizioni del soggetto alla malattia (alterazioni ematiche della coagulazione, fattori genetici, alterazioni vascolari in sede, infatti l’osso semilunare presenta  due vasi che forniscono sangue, ma in alcune persone vi è una sola fonte).

SINTOMI

I sintomi più comuni della malattia di Kienböck includono:

  • polso doloroso alla palpazione, e gonfio
  • limitato movimento del polso con progressiva tendenza alla rigidità con dolore o difficoltà a girare la mano verso l’alto
  • diminuzione forza di presa nella mano
  • consistenza molle e dolente alla palpazione dell’area sopra l’osso (nella parte alta della mano a circa metà del polso)

La malattia di Kienböck progredisce attraverso quattro stadi di gravità dei quali si deve tener conto quando si approccia la malattia dal punto di vista terapeutico:

Fase 1 – I sintomi sono quelli di una distorsione del polso in fase acuta e dal punto di vista radiografico possono non esserci informazioni utili alla diagnosi. Una ecografia può essere utile, come una risonanza magnetica con mezzo di contrasto, per verificare il quadro flogistico e il ridotto afflusso di sangue.

Fase 2 – in questa fase inizia il processo di indurimento da ridotta vascolarizzazione (sclerosi) del semilunare, che radiograficamente apparirà più luminoso, indice di una progressiva morte ossea. La tomografia computerizzata (TC) può essere più adatta in questa fase; i sintomi sono sovrapponibili alla prima fase.

Fase 3 – In questa fase l’osso semilunare comincia a “sfaldarsi” a dissolversi, e le ossa circostanti possono cominciare a cambiare di posizione. Questa fase è radio graficamente emblematica e clinicamente i dolori aumentano per il paziente, con accentuazione della limitazione funzionale.

Fase 4 – un paziente non dovrebbe mai arrivare a questa fase, in cui si avvia il deterioramento anche delle ossa limitrofe al semilunare, “avvolte” dal processo infiammatorio che ha deteriorato il semilunare. Il rischio dell’artrite e dell’artrosi evolutiva deformante è alto.

DIAGNOSI

La malattia di Kienböck progredisce lentamente, e molte persone giungono al controllo specialistico spesso in condizioni in cui la osteonecrosi dell’osso si è già avviata; la diagnosi di malattia di Kienböck si basa sulla valutazione anamnestica del paziente, sulla visita medica e su accertamenti come radiografia in diverse proiezioni, ecografia, TC e scintigrafia ossea; meno utile la risonanza magnetica.

TRATTAMENTO

La cura per la malattia di Kienböck è in funzione del grado di evoluzione in cui si fa diagnosi:

  • Trattamento non chirurgico: è una opzione se siamo nelle prime fasi della sindrome del semilunare: termoterapia locale (per favorire la vascolarizzazione), la immobilizzazione con tutore, fisioterapia (ultrasuoni, magnetoterapia, laserterapia, tecarterapiaonde d’urto), farmaci anticoagulanti e farmaci vasodilatatori, da considerare insieme ad anti-infiammatori (ibuprofene e aspirina) sono un approccio vario e multidisciplinare adeguato. Alcuni studi indicano e consigliano l’uso di bifosfonati per prevenire il riassorbimento osseo degli osteoclasti.
  • Trattamento chirurgico: si deve purtroppo considerare quando si verifica il collasso strutturale del semilunare; ci sono diverse opzioni chirurgiche per il trattamento del morbo di Kienböck e la scelta della procedura dipende da diversi fattori, in particolare lo stato di progressione della malattia: si va dalla Rivascolarizzazione, alla Osteotomia, alla artrodesi ed alla fusione ossea. Appare evidente che quando si arriva a questo estremi, il rischio di limitazioni funzionali del polso e della mano sono notevoli.

Da quanto detto appare evidente che la Malattia di Kienböck varia notevolmente nella sua gravità, così come la sua velocità di progressione. La risposta di ogni paziente al trattamento dipende dal grado di usura del semilunare e delle ossa del polso circostanti. Alcuni pazienti possono richiedere più di una procedura se la malattia continua a progredire.